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Giuseppe Mandrile, classe 1937, nato nel Borgo Pieve, detto Borgo delle Funcette (falci usate dai pescatori per tagliare via rami e arbusti dalle sponde dei fiumi), frequentò le scuole elementari e la mamma lo indirizzò alla scuola di avviamento professionale, quella che poi gli avrebbe consentito di lavorare alla SNOS. Purtroppo la miseria di quei tempi costrinse la mamma ad affidare il figlio ai contadini di campagna in qualità di Vacrot, per una paga di 150 o 170 Lire, così la speranza di continuare gli studi svanì velocemente. Il vaccaro era, come ci ricorda lui stesso, “l’ultimo, il meno stimato e il più schernito di tutti” e se andava male anche maltrattato dai padroni, così quando potè, intraprese svariati mestieri, poi continuò la sua carriera prima come muratore e poi come piastrellista, lavoro che mantenne per quarant’anni. Ma non era l’unico aiuto economico per lui e i suoi fratelli e amici. Essendo nato nel 1937, non combattè in prima persona, ma la guerra gli ha permesso di raccogliere qualche Lira con i rottami di ferro del campo di aviazione della SNOS e dell’armeria e di rivenderli al famoso Gaston. Ma le bombe (anche quelle auto fabbricate), le mitragliatrici, i carri armati e le macerie erano anche un modo come un altro di giocare e divertirsi tra ragazzi. Giuseppe parla di diverse lotte fra bande dei rispettivi borghi. Lui apparteneva al borgo delle Funcette, ma in realtà abitava nell’ex Caserma Carando, adibita ad abitazione per i poveri e soggetta a non pochi problemi di igiene. La sua vita poco agiata gli permise comunque di avvicinarsi alla vita mondana ed è sorprendente il modo in cui la racconta, con i suoi balli pubblici, le osterie come il “Vertuiot”, la sala da ballo Diana, le musiche e l’approccio di allora al mondo femminile, le moto per spostarsi nei paesi vicini a conoscere altre ragazze, il matrimonio con una donna bellissima e la passione (nata per caso) per il ballo, che lo porterà in giro per l’Italia.

(Dalla raccolta “La Città ritrovata” – Il video integrale – durata 01:16:30 – è conservato presso l’Archivio Storico Città di Savigliano)

 

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Titolo originale: La Città Ritrovata – Giuseppe Mandrile
Datazione: Anni ‘40 - 2009
Argomento: Lavoro e occupazione; Individuo e società; Cultura e arte; Educazione, informazione e comunicazione; Agricoltura