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Febbraio 1946.
Il Comune di Savigliano riceve una lettera dalla Procura del Regno, possibilista nel concedere la grazia al generale Gori, comandante della brigata nera di Savigliano, colui che autorizzò rastrellamenti, saccheggi, stragi e ogni sorta di torture e soprusi nelle tristemente note carceri della caserma Carando.