Share on FacebookShare on Google+Tweet about this on TwitterShare on LinkedIn

Andrea Cavallotto, sconosciuto a tanti saviglianesi, fu una delle figure più caratteristiche in città.
Nacque a Savigliano nel 1864 da una famiglia di sellai con bottega in via Muratori. Seguì le orme paterne, ma la sua peculiarità fu l’eloquio che gli diede notorietà locale come fine dicitore di elogi lieti e non.
Così Luigi Bàccolo lo tratteggia in un breve racconto. “Veniva considerato un vero professionista, dato che lo si ricompensava per i servizi resi e per il loro servizio che usava rendere, d’altronde non richiesto: a un pranzo di nozze, a un pranzo per un neo-cavaliere, a un pranzo per collocamento a riposo, a una cerimonia funebre, davanti al ristorante o alla chiesa, al termine del convitto o della funzione, mentre parenti e amici si scambiavano manate sulle spalle o lacrimavano girando il cappello fra le mani, lui sbucava da una porticina della sacrestia o da un vicoletto accanto alla chiesa e a capo scoperto con le braccia aperte in un bel gesto ampio di attore: “Giungo in tempo” declamava con voce melodiosamente sonora”.
Col passare degli anni le sue comparse si diradarono, ma la sua voce stentorea rimase per lungo tempo nelle orecchie dei saviglianesi: «Eccomi giunto in tempo».

Fonte: testo dell’articolo pubblicato su Il Saviglianese del 15 aprile 2020


Titolo originale: Giungo in tempo
Datazione: 1880
Archivio Privato-Mondino; pubblicato da Il Saviglianese in data 15/04/2020
Argomento: Individuo e società